venerdì 30 marzo 2012

musica in strada

è più forte di me
quando camminando per strada mi giunge l' eco  di qualche strumento musicale suonato  dal vivo non posso resistere alla curiosità di avvicinarmi nella direzione  del suono e scoprire chi è il suonatore per ascoltarlo da vicino, guardarlo suonare

la musica per la strada è a volte organizzata nell' ambito di feste o eventi o festival di buskers,  ma quella di cui  parlo  è quella dei semplici musicisti che sono lì  ad esibirsi in cambio di qualche spicciolo,  una specie di alternativa all' elemosina,   o  per  autopromuoversi e arrotondare con  la vendita di qualche loro  cd autoprodotto

spesso una condizione di povertà e di necessità, altre volte una scelta di vita o un' alternativa temporanea a quella  di tutti i giorni, una valvola di sfogo e un palcoscenico pubblico per il proprio desiderio di esprimersi

in ogni caso mi fermo qualche minuto ad ascoltare e provo un sentimento di riconoscenza

con la loro arte, grande o piccola che sia, quella musica inattesa e regalata aggiunge sempre una piccola  emozione inaspettata e gradita  alla mia giornata

perchè la musica  è l' arte a cui sono più sensibile e mi sembra che anche il più umile dei suonatori in quel momento mi stia dando qualcosa di sè, stia suonando per me

mi sembra giusto allora se vedo una condizione di bisogno dare un mio piccolo aiuto,  per simbolico che sia

non è mai una pietosa elemosina, è un piccolo riconoscimento alla dignità di un momento di espressione artistica









































































sabato 24 marzo 2012

triangolo di luce

il bianco e nero in fotografia, esaltando i rapporti tra luci ed ombre,  tra spazi e volumi, tra vuoti e pieni, può trasformare  soggetti e scene banali in qualcosa di visivamente interessante
 viva  il bianco e nero, abbasso il colore !
:-)

                                     Nikon SLR analogica, Fuji Neopan 400

giovedì 22 marzo 2012

tag

i writers o graffitari sono spesso percepiti e immaginati come  sorta di moderni vandali urbani, dediti ad imbrattare con i loro grafismi muri, veicoli e cose  di proprieta' pubblica e privata

molto spesso cio' e' vero, ma tra questa eterogenea compagine vi sono anche  artisti veri e più responsabili,  che scelgono con piu' cura le modalità e i luoghi in  cui esprimersi, evitando edifici o luoghi cittadini di  pregio artistico - urbanistico  - architettonico e scegliendo invece in maniera mirata  luoghi degradati  che possono paradossalmente essere migliorati dall'  aggiunta delle loro  manifestazioni espressive, come ad esempio  sottopassaggi,  facciate di edifici in abbandono, muri di recinzione di vecchie fabbriche e così via

il fenomeno nasce all' incirca negli anni '70 a New York con una  forte valenza di reazione antisistema, di manifestazione di protesta e disagio sociale,  di rottura con il convenzionale, prendendo di mira  soprattutto le carrozze della metropolitana e suscitando energiche reazioni e tentativi di severa repressione  da parte delle autorità

il  movimento  è però  diventato negli anni un vero fatto culturale e di costume, una forma per  quanto criticabile di espressione giovanile che si è estesa a tutto il mondo in tutti i contesti urbani e ha dato origine anche  forme d' arte e ad artisti poi ufficialmente riconosciuti e divenuti famosi, anche se partiti da esperienze iniziali illegali, due nomi tra tutti quelli di  Jean Michel Basquiat e Keith Haring

si parva licet, un po' come se Giotto avesse esordito tracciando  le sue rotonde "O"  sulle facciate dei palazzi fiorentini....

 il fenomeno comunque ha sempre mantenuto un certo  intrinseco compiacimento della sua illegalità e alternatività, tant è che uno dei piu' importanti siti  web  ad esso dedicati, graffiti org  intitola la sua home page "art crimes"

vi sono comunque anche tentativi (non sempre apprezzati dai "duri e puri") di convogliare in senso meno illegale  questa forma d' arte,
alcuni Comuni hanno  concesso a tale scopo  aree e superfici da dedicare ad hoc,  vari esercenti  hanno messo a disposizione   le saracinesche dei loro  negozi  per decorarazioni con illustrazioni tematiche inerenti la loro attività

ma un'  altra  forma d' espressione  tipica dei writers e' il tag, una sorta di firma, di logo personale con il quale riprodurre serialmente il prorpio nome o il proprio nick, per affermare ed esibire la propria presenza

nel mio quartiere è  in azione un certo Jack
cosa dipinga con il suo spray e  se sia capace di fare altro oltre che lasciare ossessivamente il suo marchio per farci conoscere la sua esistenza io non lo so

lui certo non sa che per me è  diventato una specie di gioco e  un divertimento quando  passeggio per le vie andare a caccia dei suoi tag e collezionarli nei miei scatti fotografici, anche se siamo molto lontano da Haring e Basquiat...

eccone una piccola serie, che mi riprometto di aggiornare man mano come work in progress  seguendo gli sviluppi del grande artista...
:-)












domenica 18 marzo 2012

Joanneumsviertel

il quartiere del Joanneum a Graz è il risultato di un bel lavoro di recupero dell' impianto museale che l' arciduca Giovanni d' Austria ha lasciato alla città come sua eredità culturale

questo Erzherzog Johann è un bel personaggio e a casa nostra lo chiamiamo familiarmente "il principe Giovanni" (quando ci diamo appuntamento in Hauptpatz diciamo: ci vediamo sotto la statua del principe")

prozio del futuro imperatore Francesco Giuseppe, Giovanni nasce a Firenze figlio di quel Leopoldo, illuminato granduca  di Toscana,  poi divenuto  imperatore a Vienna e sembra che questo  nascere sulle sponde dell' Arno e all' ombra del campanile di Giotto non possa  non aver  lasciato dei segni profondi

poco amante della carriera militare e di idee troppo moderne, liberali e progressiste per essere lasciato libero  presso la severa corte di Vienna, l' arciduca viene mandato prudenzialmente  "in periferia",  in Stiria, dove può coltivare le sue passioni per le scienze applicate e le nuove  tecnologie in campo agricolo, per   la mineralogia, le  scienze naturali, il folclore locale

poco sensibile  alle questoni di corte e dinastiche  sposa Maria Josephine,  figlia di un certo Plochl direttore di un ufficio postale e indossa comunente il tracht, il tipico costume locale con i calzoni di cuoio

la sua semplicità e vicinanza alla gente comune lo  resero molto  popolare allora e molto amato  ancora  oggi dagli stiriani, che chiamandolo  il "Principe Stiriano" o il "Visionario" lo considerano una loro gloria locale

è  lui il fondatore  di  questo Joanneum Museum, basato inizialmente sulle sue vaste collezioni mineralogiche e naturalistiche

adesso il cortile che  separa gli edifici museali è trasformato in  una piccola piazza  in cui sono state scavate delle  grosse aperture tronco-coniche  per convogliare la luce nel sotterraneo,  diventato reception e visitor centre del museo e spazio di connessione tra le sue varie sezioni: la Neue Galerie dedicata all' arte figurativa classica e moderna ben presentate insieme, la raccolta naturalistica vera e propria , la bella e luminosa  biblioteca pubblica e la raccolta multimediale sulla storia e sui costumi della Stiria

le foto che seguono sono stace scattate con Leica M6 e pellicola Neopan 400 e Kodak TriX, ad eccezione di quelle digitali, come indicato sotto le immagini







                                                          fuji X 100
                                                            fuji X 100
                                                         fuji X 100
                                                              fuji X 100



                                                                fuji X10